vince l'illustrazione di Alessandro Minonni
giuria :
Roberto Dal Pra, Giuseppe Manunta,
Massimiliano Mastrantoni, Rodolfo Torti.
Da sempre appassionato di fumetto e illustrazione, ho accarezzato
l’idea di farne una professione quando ero troppo giovane per crederci abbastanza.
Col passare degli anni, comunque, disegnavo e più disegnavo più aumentava la
fiducia, ma la vita mi ha comunque portato su altre strade; ora resta la passione,
intatta, rafforzata semmai dalla sporadicità degli incontri tra me e il disegno
fumettistico. Benché faccia un altro lavoro (mi occupo di disegno tecnico per
l’architettura), non ho smesso di domandarmi cosa farò da grande. E ogni tanto
continuo a spenderci qualche sogno, ancora oggi.
Nel 2010 e nel 2011 ho pubblicato due storie brevi scritte,
disegnate e colorate da me sulla rivista Xcomics, della Coniglio Editore. Attualmente
mi interesso alla colorazione digitale di fumetti.
* * *
Ho scelto di rappresentare l’Arte della Scultura come
omaggio a mio padre, artista in più campi ma scultore sopra ogni altra cosa, e
ovviamente mio primo maestro. Il marmo è sempre stato presente nella mia
infanzia, sotto forma di blocchi più o meno grandi, di schegge bianchissime, di
polvere finissima ma anche di statue imponenti ed espressive oppure di incompiuti,
a volte straordinari; tra gli altri soggetti, i primi nudi femminili levigati, armoniosi,
imponenti e aggraziati hanno contribuito a formare il mio senso del bello.
Nella mia illustrazione Giunchiglia, assorta, osserva
l’ancora incompiuta rappresentazione scultorea raffigurate una pretesa rilettura
del peccato originale. Non sappiamo nulla di lei in quel contesto, se sia essa
stessa l’artista, o la modella oppure semplicemente la musa. Ho lasciato nel
vago il ruolo di Giunchiglia nella storia raccontata da questa immagine. Nel
preparare il disegno l’avevo immaginata e abbozzata in ciascuno di quei ruoli,
con in mano gli arnesi dello scultore, ad esempio, ma anche in altre pose, con
altri gesti. Eppure c’era qualcosa di artificioso, in quelle prove, apparivano
come il tentativo di dire troppo e di dirlo forse troppo forte.
Alla fine, in un momento in cui non ci pensavo più,
l’immagine mi si è formata nella mente in quel modo. E’ stato come
sbirciare
nel mondo aldilà del foglio, in un istante in cui Giunchiglia non sapeva
d’essere osservata; l’avevo in sostanza “sorpresa” in quel frangente,
che era
di riposo, forse, ma anche di languido rapimento contemplativo, al
cospetto di un bacio passionale e tenero ad un tempo. E solo allora
mi sono reso conto di aver trovato la mia storia, quindi la mia
immagine. Il
resto è stato facile.